10/12/2020 0 Commenti seminario KenshindoCura la tua lama, dedicale le tue attenzioni e lei ti accompagnerà sempre,in ogni scontro.
Tieni affilato il suo tagliente e lei ti darà l' energia oscura per affrontare ogni nemico che abita dentro di te e l'energia chiara per proteggere chi ami Mostra meno
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10/12/2020 0 Commenti il mio pensiero di OttobreLo scrissi più volte, in diverse occasioni. Ora, il crimine commesso, pare, dai fratelli Bianchi (praticanti MMA) e loro compagni, di cui uno praticante Karate, mi inducono a ribadirlo.Perché mai ripetere e ripetere e ripetere tecniche e gesti dovrebbe costruire un carattere, financo una personalità, calma, socievole ed autodiretta?Perché mai tirare pugni e calci al sacco dovrebbe costruire un carattere, financo una personalità, calma, socievole ed autodiretta Ho mille modi e motivazioni, scritti più volte, per spiegare che questo automatismo:gesti ripetuti a vuoto o colpi portati su un bersaglio = persona equilibrata e socievole non è MAI stato dimostrato.Invece, letteratura scientifica alla mano, posso ipotizzare il rischio che:✓ ripetere e ripetere e ripetere tecniche e gesti stimoli tratti ossessivo compulsivi che sono propri di soggetti a rischio psicotico;✓ colpire ripetutamente un bersaglio funga da scarica emotiva terminata la quale l’individuo resta alle prese con quelle nevrosi, ovvero quei problemi, che lo hanno indotto a cercare una pratica di sfogo.Oppure, basterebbe semplicemente fare da spettatore ad un qualsiasi agonesportivo di contatto per rendersi conto di cosa questo stimoli tra gli spettatori e,soprattutto, tra gli allenatori e tecnici dei “combattenti”: Urla belluine ed incitamenti ad ammazzare l’avversario. Che insegnamento potrà mai infondere un allenatore / tecnico siffatto?Che clima di rispetto si potrà mai instaurare in un simile ambiente?Questa tracimazione umana verso comportamenti ed azioni irresponsabili e violente non è propria solo delle Arti Marziali / sport da combattimento, calcio docet?Certamente. Ma nessuno si sogna mai di affermare che il semplice praticare calcio costruisce un carattere, financo una personalità, calma, socievole ed autodiretta!!Dunque, il praticare Arti Marziali / sport da combattimento non dà alcun motivo di ritenere che il praticante, così fornito di strumenti fisici più o meno atti ad offendere,sia di per sé in grado di valutare consapevolmente se e quando e come utilizzarli.Non demonizziamo Arti Marziali / sport da combattimento, ma chiunque affermi che siano di per sé viatico alla costruzione di una personalità, calma, socievole ed autodiretta afferma una sciocchezza.Sciocchezza che non so se celi ignoranza o interesse economico, ma che certamente non aiuta a fare una seria riflessione su queste pratiche e, soprattutto, sui diversi motivi che inducono a praticarle e … insegnarle!!Arti Marziali / sport da combattimento, a mia esperienza, possono addirittura essere per giovani ed adulti un formidabile strumento di aiuto atto ad affrontare e superare momenti di crisi, a confrontarsi con le proprie nevrosi. A patto che a proporle sia chi,di formazione personale e professionale, abbia titoli e competenza autorizzati ed autorevoli per farlo!! Che sempre siate fieri del vostro vivere!! OSS!! Tiziano Sensei 3/18/2020 0 Commenti Il mio pensiero di MarzoOgni tanto, qualcuno mi chiede del mio continuo interessarmi al corpo ed al movimento; del perché io mai smetta di cercare e sperimentare di andragogia del corpo, di somatica; di come ogni nuova scoperta mi aiuti a dare diversa comprensione a cose studiate anni addietro e, queste stesse, ora mi aprano gli occhi su quel che sto scoprendo ora; di come io definisca questo mio approccio al praticare Arti Marziali, al praticare Movimento Intuitivo e Gestalt Process. Ecco, restando sull’ultimo di questi interrogativi, mi piace parlare di approccio. Non di sistema, che sa di chiuso, fisso, incistito; non di metodo, che sa di una ed unica strada per affrontare il viaggio e raggiungere la meta. Approccio, il mio approccio, sa di un’incessante relazione pratica – teoria – pratica in grado così di essere sempre dentro ogni mutamento, sempre dentro il contesto in cui abita. Approccio, il mio approccio, sa di avvicinamento critico alla complessità multiforme dell’essere corpo e del muoversi. Approccio perché tanto i mutamenti nella qualità del muoversi sottendono che la mente, l’intenzione, si sposta da un punto all’altro del corpo stesso, quanto l’opposto: l’intenzione verso alcune parti del corpo e la sua messa in movimento muta la qualità del movimento stesso. Dunque il muoversi, l’agire nello spazio, è possibilità corporea di relazionarsi con la mente mutandone la relazione stessa. Approccio che è ascolto vivo del corpo tutto, fisicoemotivo, ascolto delle sue parti anche quelle più nascoste ( fascia, organi) e traduzione in azioni. Un piccolo esempio pratico? Flettete delicatamente avambraccio su braccio, ascoltando il lavoro del bicipite. Ora ripetete l’identico gesto ma ascoltando e prestando attenzione al lavoro del tricipite brachiale. Sopresi nel sentire come il secondo movimento sia ben più fluido e l’avambraccio si accosti al braccio guadagnando un’aderenza maggiore? Semplice, basta sperimentare e sapere di contrazione concentrica e contrazione eccentrica, basta conoscere limiti ed errori del comune concetto di allungamento e di muscoli agonisti ed antagonisti. Basta sperimentarlo e saperlo …. Che sempre siate fieri del vostro vivere !! OSS!! Tiziano Sensei 1/9/2020 0 Commenti il mio pensiero di gennaio“Nella forma giunta a quiete dei vasi sanguigni, dei muscoli, dei legamenti, dei tendini e delle ossa si può riconoscere lo stesso identico movimento di flusso che ha condotto questi organi, nell’ordine, ad una solidificazione sempre più intensa e ciò in modo tale che in ogni singolo organo sia ancora chiaramente visibile la forma del movimento elicoidale che ne è alla base” (T. Schwenk) Pratica esperienziale fisicoemotiva attraverso il corpo tutto, interno compreso; esplorazione guidata, ma personale, delle relazioni tra movimento e ed espressione. Poniamo l’accento sull’elemento Terra, quale radici e sostegno: senza di esso, nulla sta e nulla può andare. Ci avventuriamo nell’elemento Acqua, quale rappresentante di tutto quel che è liquido nella natura animata ed inanimata. Consideriamo in stretta relazione il fare dell’Acqua e dell’Aria in quanto i movimenti della prima possono ritrovarsi nella seconda e viceversa. Il movimento di ciò che è fluido e delle forme che ne scaturiscono, porta a coinvolgere in un’unica corrente l’acqua come è in natura e i liquidi che albergano negli organismi. La spirale, il movimento spiraloide, elicoidale, è la mia, la nostra, chiave di ingresso, interpretazione e pratica, di qualsiasi Arte di combattimento, di movimento, si tratti. Che sempre siate fieri del vostro vivere !! OSS!! Tiziano Sensei 12/11/2019 0 Commenti Il mio pensiero di Dicembre“L’applicabilità dei principi marziali alla risoluzione dei conflitti psicologici nasce dal fatto che pensieri, emozioni e immagini mentali, siano essi consci o inconsci, agiscono come vere e proprie forze che si muovono nel territorio corpo-mente modificandone lo stato in modo rilevante. Si tratta in altri termini di esplorare e imparare ad usare efficacemente la “fisicità dei fenomeni emozionali” imparando a condurre i conflitti a risoluzione secondo la linea di minore resistenza e con il massimo guadagno energetico e qualitativo da parte del sistema bipersonale costituito dalle due persone coinvolte, favorendo il passaggio del sistema stesso ad una condizione più “ordinata” e funzionale; in effetti terapeuta e paziente, così come il praticante e il suo partner, sono entrambi portatori di propri conflitti personali, e la loro relazione crea un terzo ordine di conflitti la cui risoluzione implica la messa in gioco delle dinamiche individuali di ciascuno.” (M° K. Tokisu) E’ proprio questo che fa del nostro modo di praticare, sostenuto dalla mia personale e professionale formazione nell’accoglienza e nel counseling (perché senza un conduttore, un docente appositamente preparato alla professione di ascolto ed aiuto, quanto scritto sopra dal Maestro Tokitsu rimane lettera morta, sapere non utilizzabile) , una Via completa (il nipponico Budo) che ci porta ad abitare il corpo, a riconoscerci esseri incarnati, ad agire nelle relazioni, anche quelle conflittuali, come individui autodiretti, energici e vitali. Perché: “ In ogni gesto c’è la mia relazione col mondo, il mio modo di vederlo, sentirlo, la mia educazione, il mio ambiente, la mia costituzione psicologica, il mio modo di offrirmi, tutta la mia biografia” (U. Galimberti) E’ proprio da una pratica marziale così intesa, intrecciata con le mie esperienze corporee e motorie che hanno spaziato e spaziano tra metodo Feldenkrais, Danza Sensibile, Expression Primitive e altro ancora, che prendono origine il Movimento Intuitivo e il Gestalt Process Due percorsi di azione e consapevolezza corporea in grado di fare del corpo, in quanto categoria andragogica fondamentale, lo strumento eccellente con cui ripensare chi siamo e come siamo e diventare individui migliori. Che sempre siate fieri del vostro vivere !! OSS!! Tiziano Sensei 12/5/2019 0 Commenti Movimento Intuitivoissuu.com/deaangel/docs/shiro_ott_nov_2019 Forte di molteplici arti e discipline motorie contemporanee amalgamate e combinate, il Movimento Intuitivo è distacco consapevole da ogni forma cristallizzata per trovare la connessione con se stessi, gli altri e gli elementi in cui viviamo, attraverso il movimento e la consapevolezza del mutare continuo dentro ed attorno a noi. Dunque, liberarsi di una visione frammentaria e meccanica per recuperare le nostre abilità ed esprimere le nostre potenzialità nel modo più integrale possibile. Questo portando quanto scoperto, la semplice e potente fusione corpo-mente-movimento, in ogni ambito del vivere. L’imperfezione è in qualche modo essenziale a tutto ciò che conosciamo della vita. E’ il segno della vita in un corpo mortale. “Nessuno riesce ad avere, per una durata considerevole di tempo, un volto per se stesso e uno per la moltitudine degli altri, senza alla fine confondersi su quale sia quello vero” (N. Hawthorne: La lettera scarlatta) Una delle nostre caratteristiche, tanto diversa, opposta, a quanto sbandierato nel mondo delle Arti Marziali come nel mondo in genere, è l’affidarci alla vulnerabilità, alla fragilità. Ne ho già scritto in passato, qui voglio riprendere alcuni aspetti. Personalmente, in un mondo, nelle relazioni, in cui è divenuto un “dovere” ostentare sicurezza di sé e potere, credo invece che si stia facendo strada, almeno tra i più sensibili, lo sconforto nel doversi sempre dimostrare all’altezza, dimostrare di sapercela fare sempre e comunque. Accettare la propria (e altrui) vulnerabilità permette non solo di vivere appieno ciò che si è ma, non tacendo quei sentimenti e quelle emozioni che altri negano, ne fanno un potente strumento di conoscenza ed autentica trasformazione. Nella vulnerabilità, nella fragilità, si celano valori di sensibilità e di delicatezza, di gentilezza di dignità, di intuizione dell’indicibile e dell’invisibile che sono l’anima della vita e che, poi, ci permettono di immedesimarci con più semplicità e passione negli stati d’animo e nelle emozioni, nei modi di essere esistenziali, degli altri da noi. Non nascondere le proprie emozioni significa avere un coraggio tale da suscitare, almeno a chi non sia ancora del tutto lobotomizzato da questa società ignorante e malandrina e dai suo dis-valori, attenzione ed ammirazione in chi ci sta accanto, perché gli permette di contattare ,a sua volta, le proprie di emozioni, facilitando una relazione sincera e profonda. So che, ovunque, l’imperativo è apparire sicuri e vincenti, infatti ci preoccupiamo che mostrarci nella nostra “nudità” interiore ci esponga al rifiuto, alla svalutazione. Allora ci adoperiamo per sembrare perfetti, forti e capaci in ogni occasione. Ma così, diveniamo inautentici. Meno siamo autentici, più siamo sotto stress, con la paura di essere scoperti, e quando veniamo elogiati per un comportamento, un’azione, che non ci è propria, che non siamo noi, la nostra stessa autostima vacilla. I più attenti al linguaggio corporeo, sa che i corpi sanno captare l’inautenticità di chi abbiamo accanto, a partire da un aumento della pressione sanguigna. (1) Costruire un mutevole equilibrio in cui giostrino vulnerabilità, coraggio e autenticità, apre alla relazione profonda con se stessi e con gli altri. Significa, altresì, non separare a tutti i costi caratteristiche buone e cattive, piuttosto lasciarsi guardare nelle proprie fragilità significa accettarle come opportunità e spazi di incontro, perdere la contesa per la perfezione ma andare incontro a relazioni autentiche prima di tutto con sé poi con gli altri. Alla conoscenza della propria vulnerabilità, della propria fragilità non si arriva se non percorrendo sentieri che conducono all’interiorità e che costa fatica seguire perché ci impongono un confronto con le nostre emozioni e con le nostre sensibilità, con le nostre angosce e le nostre speranze spezzate, dalle quali è più comodo fuggire ignorandole o rifiutandole, e vivendo come se non fossero in noi. La nostra stessa pratica corporea, qui allo Spirito Ribelle, si sostanzia di vulnerabilità e fragilità. Scegliamo il sistema nervoso parasimpatico piuttosto quello simpatico, perché quando si lavora non tanto perché attratti da un desiderio o dal piacere che può venire dalla sua soddisfazione, quanto per uno sforzo di volontà, l'organismo si dispone su una modalità di tipo osteomuscolare (vale a dire una modalità in cui sono i muscoli volontari a eseguire l'azione, con il sostegno delle ossa), sotto la guida del sistema nervoso simpatico. Quando invece accade il contrario, le azioni sono guidate invece dal sistema nervoso parasimpatico, quindi eseguite con la muscolatura profonda e sostenute da organi e visceri, ovvero dai sistemi attivati dal piacere. Questi, organi e visceri, sono in connessione con i bisogni più elementari - nutrirsi, evacuare, recuperare - e subito dopo con qualità come la passionalità, lo stare nel “qui ed ora”, la sensualità in senso lato, la rotondità, il volume, l'energia. Scegliamo di sapere la fragilità delle ossa, la caducità del vigore muscolare (2), per questo ci affidiamo ad un intelligenza corporea complessa che duri e persino migliori nel tempo Scegliamo la flessuosità dei gesti, l’energia a spirale, una meccanica del corpo e del muoversi che insegni a prendersi cura di sé per non doversi curare. Scegliamo di essere forti perché consapevoli delle virtù di vulnerabilità e fragilità. 1. Emotion 3 n° 1,2003, citato da Francesca Gino, scienziata comportamentale, professore di economia aziendale e capo unità dell'unità Negoziazione, organizzazioni e mercati presso la Harvard Business School. 2. “La perdita della forza muscolare può essere di circa l’8% per decade a partire dai 45 anni di età, del 20-30% tra i 50 e 70 anni, procedendo progressivamente sino ad una perdita del 30% per decade dopo i 70 anni; parallelamente si registra mediamente una perdita di massa muscolare dell’ordine di 1,5-2,5% per anno a partire dai 60 anni. Un ritmo di depauperamento del patrimonio muscolare che ne comporta il dimezzamento entro i 75 anni di età.” (GL. Vendemiale, professore Ordinario di Medicina Interna presso il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Foggia. Direttore della S.C. di Medicina Interna Universitaria, Direttore del Dipartimento Internistico c/o l’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Ospedali Riuniti” di Foggia. Titolare della Cattedra di Geriatria e Medicina Interna) “State ben attenti a non accettare per voi etichette come “inibiti”, “introversi” o “timidi”. In genere, tali etichette non colgono l’essenza del tratto e gli danno un significato negativo”. (omissis) Quando le Persone Altamente Sensibili si identificano con queste definizioni, la loro sicurezza diminuisce, e il loro stato di attivazione cresce in situazioni in cui ci si aspetta che siano maldestre. È utile sapere che nelle culture in cui il tratto è maggiormente apprezzato, come il Giappone, la Svezia e la Cina, le ricerche assumono significati diversi. Per esempio, gli psicologi giapponesi si aspettano dai soggetti sensibili prestazioni migliori, e succede proprio così. Nei loro studi sullo stress hanno scoperto che gli individui non-sensibili hanno maggiori problemi nel fronteggiare situazioni ricche di stimolazioni” (Elaine Aron in “Persone altamente sensibili: Come stare in equilibrio quando il mondo ti travolge) OSS!! Tiziano Sensei issuu.com/deaangel/docs/shiro_ott_nov_2019 11/7/2019 0 Commenti Il mio pensiero di NovembreSe, come io credo, la capacità di apprendere ha a che fare con le relazioni, ogni nostra scelta, ogni nostro gesto, avviene dentro una relazione che ci insegna e, inevitabilmente, traslata ed influenza tutte le altre nostre relazioni, nessuna esclusa. Chiamatela “complessità”, utilizzando il linguaggio sistemico, chiamatela Tao, utilizzando un linguaggio che ci è proprio, ma nessuno può fingere di non saperlo, di non sapere che “Il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo”: Ciò che facciamo oggi influisce e influirà sul presente e futuro nostro e di coloro che abbiamo accanto e, via via, si allargherà, come un sasso gettato in acqua, toccando ed influenzando persone e cose e relazioni sempre più distanti. Se questo influenzare e modificare noi e tutto intorno a noi non ci è possibile prevederlo con certezza nei contenuti e nei modi, né controllarlo, è altresì vero che Novembre Spirito Ribelle 2 solo un irresponsabile può negarlo o affermare di sapere con certezza cosa, modi e confini di questo influenzare. Allora non abbiamo da scegliere mai? Assolutamente no. Ma un adulto autodiretto e consapevole, autentico guerriero, prende ogni decisione e apprende dentro una relazione sapendo che, come un sasso in acqua, questa formerà onde successive che incresperanno e modificheranno l’acqua in cui è caduto e quella intorno, flora e fauna che la abitano, il riverbero della luce sulla sua superficie, le gocce d’acqua che si solleveranno in aria e poi cadranno alcune nell’acqua stessa altre sul terreno attorno essicandosi e morendo, i silenzi e i rumori che la attorniano, il fondale là dove è caduto, ecc. e nulla, per un secondo o per sempre, sarà più lo stesso. Questo adulto autodiretto e consapevole, autentico guerriero, sa non solo scegliere tra ciò che gli appare facile e ciò che sa essere giusto ma è consapevole che le scelte, ponderate o fatte in pochi secondi, in un modo o nell’altro, tanto o poco, si scontano per tutta la vita propria e degli altri. Soprattutto, sa farsi carico di ogni conseguenza, comprese quelle inaspettate, quelle dolorose a sé e ancor più quelle dolorose agli altri. Senza mentire, senza proiettare, senza fuggire dalla propria responsabilità di avere scelto. “Lungo i bivi della tua strada incontri le altre vite, conoscerle o non conoscerle, viverle a fondo o lasciarle perdere dipende soltanto dalla scelta che fai in un attimo; anche se non lo sai, tra proseguire dritto o deviare spesso si gioca la tua esistenza, quella di chi ti sta vicino” (S. Tamaro) Che sempre siate fieri del vostro vivere !! OSS!! Tiziano Sensei |
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Settembre 2020
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